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Bibliodays 2012: Carta Canta

Bibliodays 2012: Carta Canta

Open day

Sabato 6 ottobre 2012, ore 10-19 - Biblioteca Armando Gentilucci
Carta canta. Dalla conoscenza all'interpretazione
Musica dal vivo, lezioni-concerto, incontri
 
 
ore 10 Il Medioevo · L'alfabeto dei suoni: una lingua per pochi?
ore 11 Il Rinascimento
· La musica è tutta un'altra storia: viaggio nel nostro passato
ore 12 Il Barocco
· Musica al microscopio: analizzare per suonare
ore 16 L'età classica
· "Saper far fare": l'insegnamento della musica
ore 17 Il Romanticismo
· A ciascuno il suo mestiere: scrivo, suono o dirigo?
ore 18 Il Novecento
· Tradurre è un po' tradire: interpretazione e autenticità
 
Le biblioteche musicali sorgono in Europa in presenza di collezioni di fonti originali. L'espansione della musicologia dai suoi interessi iniziali, incentrati sull'indagine filologica e biografica, verso campi quali la pedagogia, l'analisi, la sociologia e l'etnomusicologia ha impresso forti cambiamenti nella domanda di strumenti per lo studio e la ricerca, per cui oggi quella stessa etichetta si estende anche ai servizi che per vocazione mettono a disposizione della collettività un patrimonio bibliografico moderno sulla musica. In tempi recenti l'evoluzione conosciuta dai Conservatori assegna alle proprie biblioteche un ruolo di punta, data l'imprescindibile funzione di supporto all'attività di alta formazione professionale che esse svolgono.
Raccolte di spartiti e partiture musicali caratterizzano prevalentemente la natura dei loro patrimoni e accompagnano Il cammino dell'apprendimento musicale in un perenne gioco di rimandi dalla carta al suono. In questo circolo virtuoso, cruciale è il ruolo degli insegnanti, preziosi tramiti dalla conoscenza alla formazione. Formare interpreti è la loro missione, guidando allo studio, alla consultazione delle fonti, trasmettendo spesso oralmente il loro sapere.
 
CONOSCERE
 
ore 10: Il Medioevo. L’alfabeto dei suoni: una lingua per pochi?
 
interviene Stefania Roncroffi
Guido d’Arezzo, Inno Ut queant laxis resonare fibris
Jessica Bertani, Monica Boni, Sofia Fattorillo, Arianna Mele, Silvia Perucchetti, voci
Guillaume de Machault, Ballade n. 17: Sanz cuer m'en vois / Amis, dolens / Dame, par vous
Monica Boni, Sofia Fattorillo, Silvia Perucchetti, voci

interviene Fiorenza Gilioli
G. Seidler, L’arte del cantare: 40 melodie progressive: n. 3
Emanuela Brezza, soprano
Giulia Pellati, pianoforte
J. S. Bach, Das wohltemperierte Klavier. Band II: Preludio e fuga n. 20 in la min BWV 889
Fabio Iemmi, pianoforte
J. S. Bach-F. Busoni, Preludio-corale Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 645
Cecilia Casarini, pianoforte
J. Rodrigo, Fantasia para un gentilhombre
Maria Beatrice Ruggeri, chitarra
 
L’apprendimento della musica presuppone la conoscenza del suo alfabeto. Le lettere della musica si combinano in base alle diverse “grammatiche” delle altezze, del ritmo, della dinamica e dell’agogica. Di questo intreccio di segnali acustici si nutre il nostro pensiero musicale che, dall’attitudine più semplice a rappresentarsi un singolo suono, può arrivare a concepire un intero universo sonoro, imparando a decodificare la realtà che lo circonda e a confrontarsi con una sintassi appropriata al modo in cui la musica ci parla.
 
ore 11: Il Rinascimento. La musica è tutta un’altra storia: viaggio nel nostro passato
 
Luca Marenzio, Villanelle, Libro III e IV, Venezia, presso Giacomo Vincenti, 1587:
- Occhi dolci e soavi
- Ad una fresca riva
Monica Boni, Sofia Fattorillo, Silvia Perucchetti, voci
 
interviene Maurizio Ferrari
F. Chopin, Notturno in do diesis minore op. 27 n. 1
F. Chopin, Walzer n. 14 in mi minore
J. S. Bach, Das wohltemperierte Klavier. Band II: Preludio e fuga in do min BWV 871
Alberto Arbizzi, pianoforte
 
La storia della musica è una disciplina i cui oggetti sono stati sottoposti a ripetuti riesami. I diversi modi di accostarsi al passato musicale presuppongono l’adozione di metodi che condizionano la sua espressione, essendo implicati alcuni interrogativi, ai quali è possibile assegnare risposte tanto accettabili quanto contrastanti. A confliggere sono le molteplici accezioni del musicale, la relazione che la musica instaura con i compositori da un lato e con gli ascoltatori dall’altro; il porsi della musica come linguaggio e la prospettiva statica o dinamica, storica o di valore, in cui si pone l’oggetto musicale.
 
ore 12: Il Barocco. Musica al microscopio: analizzare per suonare

Giacomo Carissimi, Serenata I Naviganti: Sciolto havean
Monica Boni, Sofia Fattorillo, Silvia Perucchetti, voci
Patrizia Soprani, clavicembalo

Interviene Marcello Zuffa
F. Chopin, Préludes op. 28 n. 3 e 10
A. Schönberg, Sechs kleine Klavierstücke op. 19: n. 1
F. Schubert, Sonata per pianoforte in la maggiore D 664: Andante
Marcello Zuffa, pianoforte
 
Nell’ipotesi che la partitura musicale offra la testimonianza più esaustiva dell’intenzione compositiva, l’esecutore ha il compito di decodificarne l’informazione e di riprodurla fin nei minimi dettagli. Nella realtà però occorre confrontarsi con una notazione musicale sempre parsimoniosa di verità, e con una contingenza storica implicita nell’atto di suonare, cantare o dirigere musica. Lo sguardo del musicista sulla pagina musicale si profila dunque nella duplice prospettiva dell’interpretazione analitica e pratica.
 
INTERPRETARE
 
ore 16: L’età classica. “Saper far fare”: l’insegnamento della musica
 
Wolfgang Amadeus Mozart: Die Zauberflöte, KV 620: Finale atto 1., Zum Ziele führt dich diese Bahn
Monica Boni, Sofia Fattorillo, Silvia Perucchetti, voci
Patrizia Soprani, pianoforte
 
Interviene Alessandro Ferrari
J. S. Bach, Partita n. 2 per violino solo in re minore BWV 1004: Ciaccona
Davide Gaspari, violino
W. A. Mozart, Sonata da chiesa per due violini e organo in re magg. KV 69
J. S. Bach, Concerto in re minore per due violini, archi e continuo, BWV 1043: Allegro vivace
Francesco Gaspari, Davide Borghi, violino
R. Kreutzer, Studio
Sofia Bertolini, violino
 
La mancanza di una tradizione di studi pedagogici sull’insegnamento della musica nei conservatori conferisce un ruolo esplicito al pragmatismo dell’aula, dove la tradizione uditiva e verbale rappresenta la principale valuta corrente attraverso la quale si scambiano sapere e abilità strumentali. Lì dove avviene il passaggio di una tecnica – che è per lo più una tecnica fisica – è possibile mettere a fuoco il substrato di quello che l’insegnante ha appreso a sua volta: un tipo di approccio che si ritrasmette da sempre con l’obiettivo di coscientizzare il rapporto tra l’azione e il suo risultato fonico.
 
ore 17: Il Romanticismo. A ciascuno il suo mestiere: scrivo, suono o dirigo?
 
Franz Schubert, Willkommen, lieber schöner Mai, D 244 (1815)
Monica Boni, Sofia Fattorillo, Silvia Perucchetti, voci

interviene Gaetano Nenna
Francis Poulenc, Sonata per clarinetto e pianoforte
Gaetano Nenna, clarinetto
Fabio Guidetti, pianoforte
Gaetano Nenna, Studio n. 1 per clarinetto solo
Gaetano Nenna, clarinetto
 
Il rapporto che un musicista instaura con la “materia sonora” si definisce in base alle richieste che provengono dallo specifico della sua attività: dall’assiduità “muscolare” che si richiede allo strumentista, alla necessità del direttore d’orchestra di chiarire l’opera a se stesso, prima di poterla “spiegare” ad altri. Dal ripetuto lavoro dell’interprete sulle stesse opere, al bisogno del compositore di mettere in campo sempre nuovi progetti. Dalla familiarità con le partiture di repertorio del direttore d’orchestra professionista, al confronto con l’immagine interiore del suono del compositore.
 
ore 18: Il Novecento. Tradurre è un po’ tradire: interpretazione e autenticità
 
Paolo Castaldi, Fughetta editoriale, per voci parlanti
Monica Boni, Sofia Fattorillo, Silvia Perucchetti, voci

interviene Francesca Magnani
Antonio Vivaldi, Concerto in sol minore per flauto, oboe e fagotto, RV 103
Franz Joseph Haydn, Trio per due flauti e violoncello: n. 1 in do maggiore Hob IV,1.
Marica Rondini, flauto
Francesca Rodomonti, oboe
Simone Novellino, fagotto
 
Fino alla fine dell’Ottocento esecutori e curatori trattavano la musica dei secoli precedenti sostanzialmente come musica contemporanea, adottando le convenzioni correnti con la propria epoca. Successivamente, con la “rinascita” del repertorio antico cominciarono a profilarsi dibattiti sul movimento autenticista da parte di cultori e oppositori, nel dubbio che sia un errore credere che un compositore scriva solo per lo strumento di cui dispone, anziché sperare in un’esecuzione ideale che trascenda “la povertà dei mezzi e i compromessi imposti dalla pratica” (Ch. Rosen).