La Casa dei Suoni 2006
Biblioteca in musica
Sabato 6 maggio 2006, ore 10-22 - Istituto Superiore di Studi Musicali Peri-Merulo, Biblioteca Armando Gentilucci
La Casa dei Suoni: Biblioteca in musica
Dodici ore con la musica all'Istituto Peri: una iniziativa che ha promosso un'occasione nuova d'incontro col mondo dei suoni, offrendo alla città la possibilità di scoprire per la prima volta, o di avvicinarsi in modo diverso, a un luogo normalmente destinato allo studio della musica.
Musica dal vivo dalle 10 di mattino fino alle 22 di sera. Sessanta musicisti vi hanno accolto nella Casa dei Suoni.
Le partiture e le incisioni discografiche conservate nella biblioteca sono diventate le protagoniste di un evento che le ha riportate alla vita.
La biblioteca per un intero giorno si è trasformata in luogo di incontro con quella stessa musica che conserva sui suoi scaffali.
La biblioteca per un intero giorno si è trasformata in luogo di incontro con quella stessa musica che conserva sui suoi scaffali.
Musicisti e studiosi provenienti da tutto il territorio nazionale hanno eseguito quanto solitamente si ritrovano a studiare in queste sale.
Da sempre servizio di pubblica consultazione specializzato in discipline musicali, la biblioteca diventa teatro per la loro messa in opera.
Esecuzioni itineranti a ruota libera in ogni sala per un percorso che idealmente non ha mai fine.
La casa dei suoni, biblioteca in musica: dodici ore con la musica all’Istituto musicale pareggiato “A. Peri”
Giornata aperta: la musica si racconta per 12 ore in 11 itinerari attraverso i 12 suoni.
L’incontro con la musica può avvenire nei luoghi deputati alla trasmissione del sapere, specialmente quando è la musica a consegnarsi a quei luoghi, a lasciarsi sedimentare depositando in essi la propria memoria storica. Le biblioteche musicali custodiscono i prodotti finali di un pensiero, quello musicale, che si traduce in oggetti sonori formalmente organizzati, la cui definitiva compiutezza, una volta fissata sulla carta, racchiude l’essenza poetica, la forza comunicativa di questa forma di espressione umana. Il contatto con le partiture musicali ci pone di fronte alla loro muta – per i più – essenza di strumenti funzionali alla tradizione e allo studio musicale. Nei confronti dell'esperienza viva della musica esse si pongono non più che come carte da suono che giacciono in attesa di prender vita nell'istante in cui verranno fatte risuonare.
ore 10 (
Ouverture) - Ricercare il suono
Ricercare il suono presuppone l’atto fondamentale del porsi in ascolto. Al cospetto di un fluire di suoni che comunque esiste, si pone la predisposizione, la prerogativa umana che ci rende dotati di sensori d’ascolto. L’atto creativo che si fa con i suoni è in realtà un gioco di palleggio, un dare e un avere col suono che già esiste. In questo rapporto dinamico si può presumere l’esistenza di una musica ancestrale che possiamo immaginare, potendocela solo rappresentare in quanto musica senza scrittura: un puro prodotto fisico che può essere tramandato in utilizzi e creazioni più o meno libere. L’esperienza della musica è dunque infinitamente più grande della parte che ci è giunta scritta e non soltanto da un punto di vista quantitativo. La prima esperienza della musica può essere intesa come suono che viene utilizzato e che precede la sua fissazione scritta. Il “problema” della scrittura si pone solo successivamente ed è un modo per poter comunicare a distanza, come primo atto di un villaggio globale.
Performance: Marcello Zuffa, interventi verbali e pianoforte
Wolfgang Amadeus Mozart, Fantasia in do minore KV 475 per pianoforte
Letizia Michielon, pianoforte
Letture da Calvino, Barthes
ore 11 - Cataloghi musicali - cataloghi virtuali
Il catalogo è essenzialmente lo strumento di accesso alle informazioni di natura bibliografica che ci guida nei percorsi di ricerca delle fonti o degli studi che si sono sedimentati nel tempo su un certo dato dell'esperienza e dell'attività umana. La musica, che è fra queste, mostra, all'atto della sua archiviazione/catalogazione, il peculiare volto che la contraddistingue tra tutte le arti, dichiarandovisi come fatto legato alla pura temporalità. Essa c'è nel momento in cui si attua e richiede strategie esogene come la registrazione dei suoni o come la possibilità di tradurne la capacità sonora in segni, al fine di garantirsi la riproducibilità o quanto meno la ripropositività di quell'atto. L'archiviazione della musica ha bisogno essenzialmente che queste strategie, che abbiamo definito “esogene”, siano state puntualmente esperite, poiché senza di esse non vi sarebbe oggetto dell'attività di archiviazione, risultando la musica non altrimenti precisabile ai fini amministrativo-valutativi se non nelle sue manifestazioni scritte o fissate su supporto a seguito di una sua esecuzione.
Wolfgang Amadeus Mozart,
Don Giovanni KV 527:
Madamina il catalogo è questo! (Recitativo e “Aria del catalogo”)
Andrea Vincenzo Bonsignore, baritono
Elisa Montipò, pianoforte
Paolo Castaldi, Fughetta editoriale per tre voci parlanti
Voci: Mirco Ghirardini (in videoregistrazione), Marco Pedrazzini, Giovanni Mareggini
Introduzioni di Monica Boni, Ivan Lusetti, Andrea Talmelli
Andrea Vincenzo Bonsignore, baritono
Elisa Montipò, pianoforte
Paolo Castaldi, Fughetta editoriale per tre voci parlanti
Voci: Mirco Ghirardini (in videoregistrazione), Marco Pedrazzini, Giovanni Mareggini
Introduzioni di Monica Boni, Ivan Lusetti, Andrea Talmelli
ore 12 -
Scripta sonant: raccolte di musica
Negli oggetti delle attività di conservazione-archiviazione musicali si identifica la tipologia prevalente delle raccolte presenti nelle istituzioni bibliotecarie specializzate in musica, non potendo queste che corrispondere pienamente alle esigenze di documentazione della disciplina di riferimento. La componente atipica dei materiali conservati in esse rispetto alla più diffusa componente libraria dei patrimoni bibliografici delle realtà pubbliche bibliotecarie, risulterà perciò direttamente proporzionale alla natura prevalente del fatto linguistico documentato. La musica, come forma di linguaggio non verbale, ma che può associarsi ad esso ogni qualvolta vi sia implicato un testo, privilegia in modo rilevante tanto le fonti documentarie scritte, contenenti le sue fissazioni su rigo musicale e su sistemi di righi composti “in partitura”, quanto le fonti sonore o audiovisive che racchiudono documenti solo sonori o associati alle immagini.
Ludwig van Beethoven, Settimino in mi bemolle maggiore op. 20 per clarinetto, corno, fagotto, violino, viola, violoncello, contrabbasso – 1. tempo Adagio-Allegro con brio
Valeria Serangeli, clarinetto
Simone Berteni, corno
Gabriele Gombi, fagotto
Rocco Malagoli, violino
Giovanni Prosdocimi, viola
Veronika Abermann, violoncello
Paolo Cocchi, contrabbasso
Armando Gentilucci,
Come qualcosa palpita nel fondo per violino e nastro magnetico
Enzo Porta, violino
Letizia Michielon,
How happy I was
Costanza Gallo, soprano
Letizia Michielon, pianoforte
Dmitrij Šostakovich, Quartetto per archi n. 4 in re maggiore op. 83 – 2. tempo, Andantino
Davide Bizzarri, violino primo
Alessandro Cannizzaro, violino secondo
Andrea Vezzoso, viola
Claudia Bizzarri, violoncello
Wolfgang Amadeus Mozart, Quartetto per archi in do maggiore KV 465 “Delle dissonanze”- 1. tempo, Adagio-Allegro
Davide Bizzarri, violino primo
Alessandro Cannizzaro, violino secondo
Andrea Vezzoso, viola
Claudia Bizzarri, violoncello
Letture da Burney, Hesse, Sartre, Stravinskij, Dickinson, Walter
ore 13 - Vivila con i suoni: suoni conviviali
Il rapporto dei musicisti con i piaceri del palato e con il gusto del mangiar bene ha origini imprecisate, forse comuni alla musica stessa. Metafore gastronomiche ricorrono nel lessico utilizzato per la specificazione di qualità acustiche: il sapore acido o il velluto di un impasto timbrico, una sonorità particolarmente aspra. La musica è ingrediente richiesto nell’ambito dei riti sociali di carattere collettivo e, in particolare, presenza d’obbligo nelle occasioni conviviali. Su un piano strettamente privato, il rapporto dei musicisti col cibo può eventualmente essere a sua volta oggetto di studio. Grande creatività sembra corrispondere a grande appetito e lo starebbero a dimostrare ricette legate ai nomi di interpreti e compositori più o meno famosi, ma, soprattutto, testimonianze dirette che ci provengono da fonti storiografiche e letterarie. Al gusto per la buona tavola si associa quello di accompagnare un buon pasto con del buon vino: un connubio che travalica spesso il confine che separa la realtà dalla finzione e che si ritrova rappresentato nelle opere musicali.
Georg Philipp Telemann,
Tafelmusik, 3. Produktion – 4. tempo, Trio (Andante-Allegro-Grave-Vivace)
Gianni Biocotino, flauto
Claudio Ortensi, flauto
Michele Gadioli, fagotto
Ioana Carausu, clavicembalo
Wolfgang Amadeus Mozart, Don Giovanni KV 527: Già la mensa è preparata
Mauro Trombetta, baritono
Andrea Vincenzo Bonsignore, baritono
Elisa Montipò, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. VI,
Ouf Les petit pois [Uffa! I piselli]
Laura Avila, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. VI,
Un sauté [Saltato in padella]
Andrea Gualtieri, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. VI,
Hachis romantique [Trito romantico]
Ioana Carausu, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. IV,
Quatre hors d’œuvre:
Radis [Ravanelli]
Cristina Casari, pianoforte
Wolfgang Amadeus Mozart,
Don Giovanni KV 527:
Fin c’han del vino calda la testa
Mauro Trombetta, baritono
Elisa Montipò, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. IV,
Quatre hors d’œuvre:
Thème et Variations (Anchois) [Acciughe]
Amina Amelia Truica, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. IV,
Quatre hors d’œuvre:
Introduction (Cornichons) [Cetrioli]
Laura Beatrice, pianoforte
Maurice Ravel,
Don Quichotte à Dulcinée: n. 3
Chanson à boire
Mauro Trombetta, baritono
An Li Pang, pianoforte
Gioachino Rossini,
Péchés de vieillesse, vol. IV,
Quatre hors d’œuvre:
Thème et variations (Beurre) [Burro]
Angelo Armani, pianoforte
Quand je bois du vin clairet:
Tourdion a 4 voci, Anonyme-publié en 1530 par Pierre Attaignant
Silvia Perucchetti, soprano
Lucia Bagnoli, contralto
Christian Bigi, tenore
Alessandro Dallari, basso
Letture da Mörike, Radiciotti, Decaux, Kierkegaard, Mozart
ore 15 - Resonare libris: trasmissioni del sapere
La questione della trasmissione del sapere musicale rappresenta a tutt’oggi un tema di dibattito e di studio all’interno del quale con particolare enfasi viene sottolineata la coesistenza di espressioni come educazione, istruzione e formazione, in riferimento ad una stessa realtà. In base ai contenuti dell’apprendimento musicale è possibile circoscrivere due fondamentali raggruppamenti disciplinari, rivolti l’uno alla trasmissione di abilità e l’altro alla trasmissione di conoscenze. Le teorie pedagogiche del Novecento tendono ad annullare questa dicotomia, promuovendo tecniche di apprendimento basate sull’esperienza diretta, motoria e sensitiva, per cui l’allievo è indotto a fare musica prima di impararne la teoria. Fra le strategie del fare, la valenza formativa della “trascrizione” si precisa storicamente come modalità di appropriazione di un linguaggio e di un patrimonio culturale musicale.
Ut queant laxis resonare fibris
Cantori gregoriani della Cappella Musicale S. Francesco da Paola
Alberto Denti, Alessandro Dallari, Pietro Di Nuzzo, Christian Bigi
Zoltán Kodály, dai 333 Esercizi di lettura
Allievi della classe del M° Luca Antignani
Béla Bartók,
Mikrokosmos, vol. VI, n. 142 per pianoforte
Stefano Rossi, pianoforte
Béla Bartók,
Mikrokosmos, vol. VI, n. 142, trascrizione per quattro flauti, violino e pianoforte del M° Luca Antignani
Marianna Ragazzi, flauto
Maria Giulia Franzoni, flauto
Anna Margini, flauto
Martina Stefanoni, flauto
Alessandro Cannizzaro, violino
Stefano Muzzi, pianoforte
Matteo Ghizzoni, pianoforte
Béla Bartók,
Mikrokosmos, vol. VI, n. 144 per pianoforte
Sara Borracci, pianoforte
Béla Bartók,
Mikrokosmos, vol. VI, n.144, trascrizione per oboe, tre chitarre e pianoforte del M° Luca Antignani
Maria Grazia Cosma, oboe
Giacomo Fabbi, chitarra
Matteo Montipò, chitarra
Sara Rozzi, chitarra
Fabio Namio, pianoforte
Emilio Zoppi, pianoforte
Johann Sebastian Bach – György Kurtág, Sonatina da
Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit BWV 106 (
Actus Tragicus) per pianoforte a quattro mani
Sara Borracci, pianoforte
Francesco Namio pianoforte
Johann Sebastian Bach – György Kurtág,
Aus tiefer Not schrei ich zu dir BWV 687, per pianoforte a quattro mani
Stefano Rossi, pianoforte
Francesco Namio, pianoforte
John Cage,
Living room music, Percussion and Speech Quartet: To Begin; Story
Allievi della classe del M° Luca Antignani
Introduzione di Cesare Ruini
Letture da Guido d’Arezzo, Kodály, Bartók, Schachtner, A. M. Bach
ore 16 - Gesti musicali e risonanze
Il concetto di gestualità riferito al dato musicale affiora talvolta nel corso della storia, in relazione ad alcune valutazioni di carattere estetico. L’espressione che designa un modo di atteggiarsi proprio della musica e riferibile ad una sorta di teatralità – senza che questa sia connessa necessariamente alla presenza dell’elemento scenico – ha sicuramente una valenza anche retrospettiva. Osservando i classici è possibile rintracciarvi elementi riferibili alla gestualità sia in relazione alla componente drammatica, più esteriore, di un 'teatro' insito nel fare musica, sia in relazione alla prerogativa interna alla musica, capace di suggerire essa stessa un'azione, un moto piuttosto che il suo contrario. Anche nel teatro musicale l'azione è racchiusa principalmente nella musica: la sua capacità di sorprendere si pone dunque come gesto realizzato mediante il suono. È tuttavia a partire dal Novecento che la componente gestuale tende a cristallizzarsi prima sostituendosi a precedenti reti di connessione formale nella responsabilità costruttivo-compositiva, poi, a partire dagli anni Sessanta, imponendosi tra gli aspetti più appariscenti della 'nuova musica'.
Adriano Guarnieri,
Epifania dell’eterno per violino solo
Enzo Porta, violino
Armando Gentilucci,
Gesti e risonanze per clarinetto e percussioni,
Mirco Ghirardini, clarinetto e percussioni (in videoregistrazione)
Armando Gentilucci,
Tempo-spazio per flauto e arpa
Annamaria Morini, flauto
Paola Perrucci, arpa
Maurizio Ferrari,
Tre brevi canti per flauto e violoncello
Giovanni Mareggini, flauto
Matteo Malagoli, violoncello
Fabrizio Fanticini,
Rifrazioni della memoria errante per violino solo
Enzo Porta, violino
Introduzioni di Fabrizio Fanticini, Maurizio Ferrari, Francesca Magnani
ore 17 -
Sonus ex machina: misurare il tempo
Ogni riflessione sulla musica non può prescindere dall’attenzione al tema del tempo, dal momento che questo risulta strettamente implicato dalla natura stessa del suono – il quale è quando c’è – e dal suo ascolto. L’esperienza del tempo musicale vissuta durante un ascolto attento presuppone una sua peculiarità, dovuta ai diversi modi in cui la composizione presenta o evoca il tempo stesso. Nella musica cioè il tempo può essere molte cose, fermo restando lo scorrere parallelo ad esso di un tempo assoluto, oggettivo, cronometrico, che è quello che la musica occupa e nel quale la musica esiste. Alla base dei diversi modi di intendere il tempo musicale c’è in ogni caso la possibilità o meno di organizzarlo. L’opposizione tra tempo misurato e non misurato divide tuttora le musiche del mondo in due grandi categorie ed è più volte attestata nella storia della musica colta occidentale. Nell’ambito delle musiche “misurate” si possono dare esperienze psico-sensoriali del tempo in relazione alla sua continuità, discontinuità o multidirezionalità.
Nicholas Hotman,
Prélude (versione «mesuré et non-mesuré») per viola da gamba
Patxi Montero, viola da gamba
Jean-Henri D’Anglebert,
Prélude non mesuré
Jean-Henri D’Anglebert,
Tombeau de Mr Chambonnières
Renato Negri, clavicembalo
Marin Marais,
Prélude
Patxi Montero, viola da gamba
Renato Negri, clavicembalo
Franz Schubert,
Gretchen am Spinnrade, op. 2
Maurizia Barazzoni, soprano
Laura Avila, pianoforte
Robert Schumann,
Album für die Jugend:
Stückchen
Carlo Heissenberg, pianoforte
György Ligeti,
Musica Ricercata, per pianoforte:
n. 1 Sostenuto-Misurato-Prestissimo; n. 2 Mesto, rigido e cerimoniale-Più mosso, pesante-Senza tempo, rapido
n. 1 Sostenuto-Misurato-Prestissimo; n. 2 Mesto, rigido e cerimoniale-Più mosso, pesante-Senza tempo, rapido
Angelo Armani, pianoforte
Steve Reich,
Clapping
Marco Pedrazzini, Giovanni Mareggini
Armando Gentilucci,
Melodia per strumento ad arco o a fiato
Gaetano Nenna, clarinetto
Introduzioni di Angelo Armani, Francesca Magnani, Patxi Montero, Renato Negri
Letture da Georgiades, Kramer, Borges
ore 18 - “Oh voce che mi sfuggi!”: un itinerario canoro
La voce umana incarna da sempre il veicolo espressivo primo, la sostanza incorporea e vibrante di ogni forma di comunicazione umana quando questa sia connessa al suono e al linguaggio. Il totale controllo e le consapevoli trasformazioni nell’uso del canto in relazione alle differenti poetiche hanno prodotto esiti artistici molto caratterizzati. L'avvicendarsi di fasi più o meno vicine alla naturale inflessione della lingua parlata assegnano alla vocalità attributi che ne spostano l’impronta in termini di maggiore o minor naturalezza o astrazione. Il concetto di musica come gioco o come esibizione di abilità tecniche coinvolge la voce nel suo turbinoso vortice, salvo poi riemergervi in tutta la sua veristica mimesi della realtà. Nella poetica contemporanea lirismo, espressionismo e gestualità vocale possono convivere in un totalizzante ampliamento dei mezzi espressivi, assimilando a ‘suoni’ gli effetti e non disdegnando istanze e materiali provenienti dal quotidiano.
Giulio Caccini,
Amarilli mia bella
Alice Borciani, soprano
Silvia Perucchetti, clavicembalo
Georg Friedrich Händel,
Giulio Cesare:
Piangerò la sorte mia
Claudia Bugli, soprano
Ioana Carausu, clavicembalo
Wolfgang Amadeus Mozart,
Solfeggi KV 393: n. 2 in fa maggiore e n. 3 in si bemolle maggiore
Claudia Bugli, soprano
Ioana Carausu, pianoforte
Robert Schumann,
Myrthen, op.25:
Widmung
Dichterliebe, op. 48: Im wunderschönen Monat Mai
Dichterliebe, op. 48: Im wunderschönen Monat Mai
Myrthen, op. 25:
Der Nussbaum
Zwölf Gedichte op. 35:
Sehnsucht nach der Waldgegend
Maurizia Barazzoni, soprano
Laura Avila, pianoforte
Armando Gentilucci,
Dolce fanciullezza dell’aria e del cielo per soprano leggero, ottavino, clarinetto, clarinetto basso, violoncello
Alice Borciani, soprano
Gianni Biocotino, ottavino
Gaetano Nenna, clarinetto
Gianluca Togninelli, clarinetto basso
Matteo Malagoli, violoncello
Marco Pedrazzini, direttore
Introduzioni di Francesca Magnani
Letture da Caccini, Muratori, Mainwaring, Schumann
ore 19 - Segni della musica
Il passaggio della musica dalla tradizione orale alla scrittura segnò l’inizio di una vicenda drammatica, le cui fasi furono scandite dalla riottosa facilità con cui la musica si piegava ad un destino necessario, ad un innato bisogno di pervenire alla definizione scritta di tutte le sue qualità. Ogni traguardo raggiunto sulla strada della capacità di fissarsi in segni e di garantirsi la trasmissibilità comportava la perdita di qualche autentica prerogativa. La rappresentazione delle altezze dei suoni sacrificava da un lato il portato delle informazioni espressive, così come la precisazione del ritmo acuiva dall’altro il senso del 'tutto indistinto' su un piano puramente grafico-rappresentativo. Quando si giunse al compimento del 'tutto definito' sulla pagina scritta, la musica stava ormai per intraprendere una nuova direzione. Il segno, fino ad allora sottoposto ad un processo di normalizzazione livellatrice, prenderà a liberarsi da questo giogo, riscoprendosi una disponibilità primigenia alla rappresentazione del dato espressivo. Nuovi segni identificheranno suoni nuovi nella libertà rappresentativa delle scelte compositive dei singoli autori.
Alleluja:
Tempus per annum:
Hebdomada XXXIII,
Graduale Triplex
Cantori Gregoriani della Cappella Musicale di S. Francesco da Paola
Alberto Denti, Alessandro Dallari, Pietro Di Nuzzo, Christian Bigi
Philipp Verdelot,
Quanto sia lieto il giorno, madrigale a quattro voci
Claudia Bugli, soprano
Lucia Bagnoli, contralto
Christian Bigi, tenore
Alessandro Dallari, basso
Philipp Verdelot,
Quanto sia lieto il giorno, madrigale intavolato da Adrian Willaert per voce e liuto
Alice Borciani, soprano
Francesca Torelli, liuto
Philipp Verdelot,
Fuggi fuggi cor mio, madrigale a quattro voci
Claudia Bugli, soprano
Lucia Bagnoli, contralto
Christian Bigi, tenore
Alessandro Dallari, basso
Philipp Verdelot,
Fuggi fuggi cor mio, madrigale intavolato da Adrian Willaert per voce e liuto
Alice Borciani, soprano
Francesca Torelli, liuto
Armando Gentilucci,
Metamorfosi su un Alleluia
Corrado Barbieri, fagotto
Introduzioni di Francesca Magnani, Silvia Perucchetti, Marco Pedrazzini, Andrea Talmelli, Francesca Torelli
Letture da Boulez, De Muris
ore 20 -
Punctum contra(p)punctum: suoni del pensiero
Il linguaggio musicale occidentale deve la propria sostanziale continuità, a fronte di un millenario processo in divenire, a un certo modo di pensare i suoni. Questo pensiero, che prende le mosse dalla purezza della linearità melodica gregoriana, tende ad affermarsi nel tempo come linguaggio e come tale a modificarsi, senza però rinunciare mai completamente al richiamo di quella lontana matrice. La deriva contrappuntistica che ha interessato le linearità melodiche, dal momento in cui hanno preso a snodarsi insieme, l’una 'contro' l’altra, si deve al prosieguo di questa riflessione e alla volontà di continuare a lavorare su quella strada intrapresa in origine. Cambiare contesto storico/stilistico equivale ad evidenziare ciò che le differenti poetiche hanno aggiunto per continuare ad innovare ancora oggi il loro linguaggio.
Cipriano de Rore,
Anchor che col partire, madrigale a quattro voci
Claudia Bugli, soprano
Lucia Bagnoli, contralto
Christian Bigi, tenore
Alessandro Dallari, basso
Wolfgang Amadeus Mozart,
Sie ist dahin, Hölty,
dreistimmiger Kanon KV 229 (382a)
Claudia Bugli, soprano
Lucia Bagnoli, contralto
Christian Bigi, tenore
Aldo Clementi,
Variazioni su B.A.C.H. per pianoforte
Angelo Armani, pianoforte
Johann Sebastian Bach,
L'arte della fuga: fuga a tre soggetti BWV 1080/19
(“Fragment”), strumentazione e concertazione di Marco Pedrazzini
Rocco Malagoli, violino
Andrea Medici, clarinetto
Giovanni Mareggini, flauto in sol
Matteo Malagoli, violoncello
Introduzioni di Angelo Armani, Silvia Perucchetti
Letture da Georgiades, Mozart, Webern
ore 21 - Musica notturna
Il tema della notte può costituire per la musica tanto un’immagine evocativa di una certa atmosfera, di una particolare condizione reale 'pittoricamente' delineata, quanto una connotazione puramente espressiva, non esente talvolta da una certa ambivalenza di significato. La destinazione materiale propria di alcune composizioni strumentali del Settecento, da eseguirsi nelle ore notturne e per lo più all’aperto, lascia il posto nell’Ottocento al carattere melodico e sognante di una breve composizione pianistica. Nell’accezione contemporanea si tende a rifarsi alla notte in relazione alle valenze simboliche che questo momento della giornata rappresenta nella cultura occidentale, caricato com’è da secoli di riflessioni, allusioni e compromissioni filosofico-letterarie. Il suo apparire in differenti contesti musicali rinvia a significati altri, le cui implicazioni di carattere esistenziale non ci devono necessariamente distogliere dall’immersione totale nel puro fatto sonoro e nei suoi colori.
Adriano Guarnieri,
Preludio alla notte per flauto
Annamaria Morini, flauto
Robert Schumann,
Liederkreis, op. 39:
Mondnacht
Francesca Reiko Sanada, soprano
Silvia D’Onofrio, pianoforte
Gaetano Nenna,
In una notte marina (frammenti da Neruda) per soprano e pianoforte
Francesca Reiko Sanada, soprano
Silvia D’Onofrio, pianoforte
Wolfgang Amadeus Mozart,
Abendempfindung, KV 523
Francesca Reiko Sanada, soprano
Silvia D’Onofrio, pianoforte
Fryderyk Chopin,
Notturno in si bemolle minore op. 9 n. 1
Alberto Arbizzi, pianoforte
Franz Liszt,
Notturno n. 3 in la bemolle maggiore "Sogno d’amore"
Alberto Arbizzi, pianoforte
Johannes Brahms,
Sonata n. 1 in sol maggiore per violino e pianoforte op. 78 "Regensonate", 1. tempo – Vivace ma non troppo
Rocco Malagoli, violino
Aleksandra Kokurina, pianoforte
Fryderyk Chopin,
Notturno in mi minore op. 72 n. 1
Aleksandra Kokurina, pianoforte
Franz Schubert,
An die Nachtigall op. 98 n. 1
Loredana Bigi, soprano
Mara Calzolari, pianoforte
Franz Schubert,
Schwanengesang: n. 13
Der Doppelgänger
Loredana Bigi, soprano
Mara Calzolari, pianoforte
Armando Gentilucci,
In acque solitarie per flauto solo
Annamaria Morini, flauto
Luigi Boccherini,
Notturno in mi bemolle maggiore per due violini: Minuetto-Trio e Presto assai ("La Buona notte")
Rocco Malagoli, violino
Alessandro Cannizzaro, violino
Introduzioni di Francesca Magnani
Letture da Ćhecov, Leopardi, Melville