Finalmente un libro guida per apprezzare i veri contenuti e significati di una pagina d’arte (poesia, musica). La parola poetica rivela tutta la sua musicalità (colori, accenti, tempi, ...). La musica manifesta la sua organizzazione discorsiva e ne esplicita i valori estetici attraverso semplici linee sussidiarie.
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In questo volume il principale obiettivo risiede nell’inquadrare e nel delineare una metodologia educativa rivolta alla “lettura” di quelle proprietà sintattiche, prima ancora che estetiche, che rappresentano gli elementi generativi di ogni composizione musicale basata su testo. La classica dicotomia significato-significante nel rapporto poesia e musica ci offre un preciso orientamento psicopedagogico, evidenziando come la “semplicità” del significato sia poco utile in termini di “crescita mentale” rispetto alla “complessità” del significante che ci permette di sviluppare, al contrario, attività di pensiero decisamente più formative. Non è certo un caso, infatti, come sottolineato dall’autore in molti suoi precedenti lavori (tra i tanti: Verso una musica educativa 1984, Pre-lettura attraverso l’ascolto 1992, Leggere un’opera d’arte 2019), che anche nella musica strumentale si assista in sede didattica, purtroppo e troppo spesso, più alla preoccupazione di trovare o creare un collegamento descrittivo/affettivo (significato) invece di rivolgersi all’oggetto sonoro in sé e alla sua più profonda realtà percettiva (significante) senza il bisogno, quindi, di rincorrere pretestuosi e superficiali riferimenti extramusicali. Nel secondo capitolo del libro (Il volto bifronte dei linguaggi) si affronta questa doppia condizione costitutiva del linguaggio verbale tra contenuto (significato) e forma (significante). In quest’ottica, appunto, l’autore si sofferma sull’analisi sintattica del famosissimo verso leopardiano Sempre caro mi fu quest’ermo colle per rendere evidente come la sua potenzialità e qualità prosodica vada ben oltre il puro messaggio semantico lessicale; così avviene negli innumerevoli componimenti poetici in cui i medesimi e ridondanti contenuti (amorosi, esistenziali, spirituali) trovano una ragione d’essere(estetica) solo nelle peculiarità formali che ogni singola poesia riesce a costruire intorno ad essi. La stessa problematica, d’altronde, la possiamo ritrovare nella “Musica a programma” dove la lettura, ad esempio, della Pastorale di Beethoven o de Le Quattro Stagioni di Vivaldi non dovrebbe indirizzarsi, soprattutto a scuola, nella presa d’atto d’una banale “imitazione” sonora di eventi naturali (o narrativi, vedi “Poemi sinfonici”), ma piuttosto nella ricerca di quelle relazioni dinamiche di analogia-differenza/tensione-distensione che caratterizzano il vero “senso” di ogni discorso musicale. Nell’ultimo capitolo (VII) vedremo da vicino (grazie al fondamentale sussidio grafico) come Verdi, attraverso il forte e fisiologico significante musicale (Le strofe musicali), vada ad interagire nell’Aria “Sul fil d’un soffio etesio” (Falstaff) proprio con quelle dimensioni sonoro-espressive contenute nei versi di Boito (funzioni sintattiche, accenti, ritmi metrici, timbri fonetici, ecc. – VI capitolo, Le strofe poetiche), arrivando, così scrive l’autore, ad una felice simbiosi tra i due piani linguistici di certo poco consueta nella tradizione operistica. Ecco perché, all’interno di una finalità formativa degna di questo nome, ogni apprendimento, pur nelle sue diverse attività disciplinari, dovrebbe, comunque, convergere sull’importanza di una conoscenza delle strutture e non dei contenuti, aiutando gli studenti ad acquisire consapevolezza “sul campo” dei processi significanti; tutto ciò nel rispetto, in questo modo, della parabola psicologico-evolutiva piagetiana dal concreto al formale: una scuola, in sintesi, del “come” e non del “cosa”. Mauro Assorgia
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Monografia
Descrizione
*Linguaggi comparati : poesia-musica / Leonardo Calì Roma : GDE, [2021] 195 p. : ill. : mus. ; 23 cm