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Chi siamo

Aperta alla collettività, la Biblioteca musicale è intitolata al compositore e teorico Armando Gentilucci, illuminato direttore della Scuola dal 1969 al 1989. 

Pensata come supporto bibliografico alle iniziative che nella prima metà degli anni Settanta del Novecento fecero di Reggio Emilia e dell'Istituto Musicale "Achille Peri" un vivacissimo polo culturale attento alle innovazioni e alle nuove proposte musicali, al 1975 risale la sua prima acquisizione. Nel rapido incremento del patrimonio librario, musicale e sonoro degli anni successivi prioritaria fu la dotazione di musica contemporanea e di strumenti scientifici per lo studio delle discipline musicali e musicologiche.

A differenza delle Biblioteche degli antichi Conservatori italiani, sorte come espansioni di raccolte bibliografiche e documentali ereditate da precedenti istituzioni religiose, la Biblioteca Gentilucci, dotata di un patrimonio bibliografico in gran parte corrente, deve i propri fondi di interesse storico a lasciti e donazioni di musicisti e privati cittadini. 

Moderna infrastruttura per la ricerca in campo musicale, dal 1998 la Biblioteca si avvale di strumenti tecnologici avanzati per la visibilità del posseduto. Partecipa al progetto del Servizio Bibliotecario Nazionale e ne incrementa il catalogo collettivo.

Dal 28 giugno 2023 la descrizione del patrimonio archivistico della Biblioteca Gentilucci è accessibile da Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. Le nuove risorse informative arricchiscono la scheda dedicata al conservatore "Biblioteca Armando Gentilucci".

Fondi archivistici attualmente accessibili:

Dal 2000 la Biblioteca promuove la conoscenza della musica con attività e produzioni rivolte al pubblico.

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Il logo della Biblioteca presenta le iniziali autografe con cui Armando Gentilucci siglava le proprie composizioni e gioca sul significato musicale delle due lettere (A=LA) e (G=SOL), come nei crittogrammi musicali che egli era solito ricavare da nomi di persone o personaggi noti. 

La forma del pentagramma ricalca un frammento di Serenata per un satellite di Bruno Maderna, composizione del 1969, anno in cui Gentilucci giunse a Reggio Emilia. I campi colorati e l’alone radiante dei punti-note ricordano particolari della pittura di Vasilij Kandinskij e l’interdisciplinarietà tra musica e arti visive implicata nelle partiture grafiche della seconda metà del Novecento e nelle grafie sperimentali adottate nella composizione musicale.