Queste non son più lagrime, che fuore
Monica Boni
Sabato 17 maggio 2014, ore 17.30 - Biblioteca Armando Gentilucci
Monica Boni
Monica Boni
«Queste non son più lagrime, che fuore»: frottole, madrigali ed arie per cantar stanze dell’Ariosto
Allievi del Corso di Canto rinascimentale e barocco di Monica Piccinini:
Maria Teresa Casciaro, Erika Rondini, Alessandra Presutti,
Francesco Perrini, Giulio Ferretti, Marco Bernabei
Musiche di B. Tromboncino, Hoste da Reggio, C. Merulo, J. De Wert
Maria Teresa Casciaro, Erika Rondini, Alessandra Presutti,
Francesco Perrini, Giulio Ferretti, Marco Bernabei
Musiche di B. Tromboncino, Hoste da Reggio, C. Merulo, J. De Wert
Una delle ragioni dell’immensa popolarità del poema epico di Ariosto nel Cinquecento fu che esso non solo si leggeva, ma
suonava bene. Oltre alla declamazione dei versi, le stanze predilette venivano intonate a più voci come madrigali o come canti solistici, quest’ultimi anche improvvisati. La circolazione del
Furioso attraverso declamazione e canto popolari fa supporre l’associazione alle parole di melodie riconoscibili piuttosto che di puri schemi armonici.
La presenza di musiche su testi dell’Ariosto definite arie in fonti manoscritte e a stampa può fornire indizi sul modo in cui le stanze del Furioso venivano intonate “all’improvvisa”. Altre tracce di possibili formule sono state ravvisate dagli studiosi in alcuni passi di “madrigali ariosi” composti da vari autori e pubblicati negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta del Cinquecento.
La presenza di musiche su testi dell’Ariosto definite arie in fonti manoscritte e a stampa può fornire indizi sul modo in cui le stanze del Furioso venivano intonate “all’improvvisa”. Altre tracce di possibili formule sono state ravvisate dagli studiosi in alcuni passi di “madrigali ariosi” composti da vari autori e pubblicati negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta del Cinquecento.