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Bach, i cubisti e gli altri

Bach, i cubisti e gli altri

Monica Boni

Sabato 24 marzo 2012, ore 17.30 - Biblioteca Armando Gentilucci
Monica Boni
Bach, i cubisti e gli altri: per una rappresentazione della polifonia
 
Johann Sebastian Bach,  Das wohltemperierte Klavier v. 2: Preludio e Fuga n. 2 in do minore BWV 871
Die Kunst der Fuge BWV 1080: Contrapunctus 2
Französische Suiten
- n. 2 BWV 813: Air in do minore
- n. 4 BWV 815: Air in mi bemolle maggiore
Trio Sonata in sol magg. per due flauti e basso continuo BWV 1039: Adagio, Allegro ma non presto
Johann Joachim Quantz, Trio Sonata in do maggiore per flauto dolce contralto, traverso e basso continuo: Affettuoso, Fuga alla breve
Pietro Mareggini, flauto di voce e flauto dolce contralto
Patrizia Filippi, traversiere
Ioana Carausu, clavicembalo
 
 
Nei molteplici papier collés realizzati dai cubisti ricorre abbastanza frequentemente un omaggio a Bach, quasi a sottolineare la necessità di percepire lo spazio visivo come uno spazio musicale. Robert Delaunay, con lucida intelligenza e col razionalismo metafisico proprio dei cubisti, paragona il dinamismo della sua pittura alla musica e in particolare “il verbo-colore, la forma-colore, la profondità verso il più grande realismo creato e vivo, un realismo umano, […] alla prima emozione musicale suscitata da Bach e dalle sue fughe, frasi di colore. Le fratture delle forme attraverso il colore creano piani colorati: ora questi piani costituiscono la struttura del quadro e la natura non è più soggetto di descrizione, ma pretesto, evocazione poetica di espressione mediante piani coordinati che si ordinano attraverso i contrasti simultanei.” Mentre le ricerche del cubismo pittorico trovano un riscontro nelle parallele conquiste musicali della politonalità e della polimodalità, Paul Klee dà vita alle sue “creazioni polifoniche” con le quali si prefigge di trascrivere in pittura alcune battute delle composizioni di Bach.

Fa parte di

L'Orecchio del Sabato 2012

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