Passione e ragione
Alessandro Ferrari
Sabato 9 maggio 2015, ore 17 - Biblioteca Armando Gentilucci
Alessandro Ferrari
Passione e ragione. Conversazioni amichevoli con qualche contrasto
Passione e ragione. Conversazioni amichevoli con qualche contrasto
Wolfgang Amadeus Mozart, Quartetto in re maggiore per due violini, viola e violoncello K 155 (1772)
Franz Joseph Haydn, Quartetto in re minore per due violini, viola e violoncello op. 42 [Hob. III,43] (1785)
Ludwig van Beethoven, Quartetto in do minore per due violini, viola e violoncello, op. 18 n. 4 (1798-1800)
Martina Ferrari, violino primo
Davide Borghi, violino secondo
Francesco Gaspari, viola
Leonardo Duca, violoncello
Il primo dei sei quartetti "milanesi" fu composto dal sedicenne Mozart per combattere la noia che lo attanagliava nella "triste Bolzano", dove si trovava a transitare in compagnia del padre verso il capoluogo lombardo. Il breve Quartetto in re minore di Haydn fu concepito come una composizione singola, splendida nella forma e impeccabile nella scrittura.
Sull'esempio di Haydn, Beethoven progettò il primo tempo del Quartetto op. 18 n. 4 tendenzialmente su un solo tema, se consideriamo il secondo come un collage di due battute del primo. La triade dei classici “viennesi” mostra fin dove può condurre il gusto per la conversazione di quattro "voci" strumentali: una raffinata conversazione tra amici attraverso lo scambio di materiali, temi e motivi.
Sull'esempio di Haydn, Beethoven progettò il primo tempo del Quartetto op. 18 n. 4 tendenzialmente su un solo tema, se consideriamo il secondo come un collage di due battute del primo. La triade dei classici “viennesi” mostra fin dove può condurre il gusto per la conversazione di quattro "voci" strumentali: una raffinata conversazione tra amici attraverso lo scambio di materiali, temi e motivi.